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Nato in Cile nel 1949, Luis Sepulveda vive in Spagna, nelle Asturie, dopo avere abitato prima ad Amburgo e poi a Parigi. Membro attivo dell’Unità popolare cilena, ha dovuto abbandonare il suo paese dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet. Con Greenpeace e l’UNESCO ha girato tutto il mondo prima di iniziare a scrivere romanzi che gli hanno valso un successo internazionale di pubblico e di critica. Autore di libri indimenticabili come Il vecchio che leggeva romanzi d’amore e Il mondo alla fine del mondo, ha collaborato insieme al regista Enzo D’Alò alla stesura della sceneggiatura del film d’animazione La gabbianella e il gatto, tratto dal suo romanzo più bello, la favola poetica, civile ed ecologista Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, che solo in Italia ha venduto 750.000 copie.
Cosa ha provato nel vedere il suo romanzo trasposto al cinema?
Sono molto soddisfatto. Come autore di alcune sceneggiature so bene che il linguaggio scritto non corrisponde a quello per il grande schermo e che l’adattamento per il cinena richiede alcuni inevitabili sacrifici da compiere sul testo. Il film mi piace molto, perché conserva l'essenziale del romanzo, pur esprimendo correttamente l'insieme dei suoi valori, presenti al cento per cento in questa pellicola d'animazione. C'è stata una grande sintonia con Enzo e lo sceneggiatore Umberto Marino nel separare gli aspetti che andavano evidenziati da quelli che invece potevano essere lasciati in secondo piano. Abbiamo parlato a lungo di come lavorare su questo testo e soprattutto dell'idea che aveva dato vita a questo romanzo.
A lei sembra che la componente poetica ed ecologista del romanzo sia stata leggermente "ridimensionata" a favore di una maggiore comprensibilità per i bambini?
Bueno, la componente etica sicuramente non è stata toccata in nessun modo. Forse, quello che dice lei è giusto, ma credo che nella loro integrità questi aspetti non siano stati sminuiti.
Nel libro però c'era anche tanto dolore...
Tutto sta nell'emozione suscitata dalla lettura. Quando si parla di valori universali che non vengono rispettati, questo certamente provoca un grande dolore. Ogni lettura dà vita a una libera interpretazione del testo da parte del lettore. La versione cinematografica di un libro, non solo del mio ma di qualsiasi testo, forse non riesce a dare la stessa intensità di un rapporto intimo e personale con un romanzo. Ci sono parti sicuramente molto tristi anche nel film. La morte della gabbiana espone il pubblico a una grande tristezza, ma non può suscitare anche un trauma come capita durante la lettura del romanzo. Il cinema non ha la stessa forza espressiva della letteratura, che affonda le sue radici nella nostra più profonda intimità.
Qual è il valore più importante del suo romanzo?
La tolleranza, che non è una moda come pensano alcuni. E' un valore etico fondante la nostra stessa umanità insieme ad altri come la fraternità e la solidarietà. Questo film è un importante contributo alla conservazione e alla trasmissione di questo valore.
BIBLIOGRAFIA
Incontro d'amore in un Paese in guerra
Diario di un killer sentimentale
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