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MARY- HENRI BEYLE "STENDHAL"

 

Lo scrittore francese Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Beyle, nacque nel 1783 e partecipò alle campagne napoleoniche quando era ancora giovanissimo.

Appassionatosi all'Italia dopo avervi ricoperto incarichi diplomatici in seguito alla calata di Napoleone, proprio in Italia ambientò molti dei suoi romanzi, tra i quali vanno annoverati: "La Certosa di Parma" (dominata dall'atmosfera di liberazione che seguì l'arrivo delle truppe francesi nella penisola e la conseguente eliminazione del dominio austriaco), il volume di viaggi "Roma, Napoli e Firenze" e "Passeggiate Romane".

Di fondamentale importanza fu il romanzo "Il Rosso e il Nero", formalmente e contenutisticamente permeato da un realismo moderno che, nell'ambito di una sensibilità di tipo romantico, si poneva in maniera attenta nei confronti della società ma che, ai tempi della sua pubblicazione, incontrò pochi consensi.

Stendhal morì nel 1842. I romanzi di Stendhal costituiscono il primo grande modello della narrativa realistica ottocentesca, che da epoche remote attingeva le tematiche più adatte a descrivere la contemporaneità ed i cui protagonisti erano dominati da un ardente volontà di affermazione personale e di fuga dalla grigia quotidianità.

(Testo)

IN QUESTA CASA
FATTA ERIGERE DA GIOVANNI BOVARA
E SEDE DELL'AMBASCIATA DI FRANCIA
PRESSO LA REPUBBLICA CISALPINA
HENRI BEYLE "STENDHAL„
SOTTOTENENTE DEL 6° DRAGONI
DIMORO' DAL GIUGNO ALL'OTTOBRE 1800
 

 

Il 1830 segna l'ascesa di Luigi Filippo al trono di Francia e l'apparire nelle vetrine dei librai di un nuovo romanzo, Il Rosso e il Nero, del quasi quarantottenne Stendhal. La vicenda che vi si narra è calata nella realtà storica e morale dell'epoca. Tutto ciò che del suo tempo indigna o appassiona Stendhal - la tirannia del potere politico, l'asservimento delle coscienze, le trame dell'ambizione - si trasfonde nell'animo di uno straordinario personaggio, Julien Sorel, la cui inquietante vitalità riflette le tensioni e i conflitti della generazione postnapoleonica. Sorel è povero, intelligente, orgogliosissimo calcolatore. In una società di spiriti tiepidi e mediocri sogna e sente di poter salire ai vertici della ricchezza e del potere. La sua strategia è la simulazione; la sua arma immediata, il fascino sulle donne.
Romanzo d'amore, ma anche documento di un'epoca e specchio di una inquieta sensibilità romantica. Il Rosso e il Nero dà avvio alla grande stagione del realismo ottocentesco. Il suo fascino è persistente e ambiguo. Se ne lodano il vigore del disegno, la profondità delle intuizioni, la varietà dei caratte
ri, dei colori, dei paesaggi.
E ancora sembra sfuggire "quel certo non so che" per cui il lettore resta avvinto alle sue pagine. Gide diceva che la malizia di Stendhal era quella di scrivere di getto, come se parlasse con se stesso. In questa genuina spontaneità di narrazione è forse il segreto di un'opera che come poche altre restituisce al pubblico moderno il piacere antico della lettura.


Musica midi su tema di W.A. Mozart

 

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