Erede di Kafka, Musil
e Karl Kraus, lo scrittore nato in Bulgaria da famiglia ebraica di
origine spagnola, ma di lingua e formazione tedesca (viennese per
l’esattezza) acquistò notorietà internazionale grazie al Premio
Nobel per la Letteratura conferitogli nel 1981; la sostanza del suo
originalissimo pensiero - una sfida costante e appassionata contro la
morte - è concentrata in questo poderoso Massa e potere, che
Canetti considerava semplicemente «l’opera», cioè la summa
della sua lunga vita. Un libro che è insieme narrazione storica,
indagine simbolica, studio sociologico, saggio antropologico,
testimonianza ed esperienza dell’ineffabile secolo XX dal quale «tutti
sopravviveranno o nessuno».
LA MASSA
- Solo nella massa
l’uomo può essere liberato dal timore d’essere toccato. [...]
Questo capovolgimento del timore d’essere toccati è
peculiare della massa (p. 18).
- Solo tutti insieme gli uomini
possono liberarsi dalle loro distanze. È precisamente ciò che
avviene nella massa (La scarica, 21).
- Chi assisteva a una predica
credeva in buona fede d’essere interessato alla predica [...]
Tutte le cerimonie e tutte le regole di tali istituzioni tendono in
fondo a catturare la massa: meglio una chiesa sicura, piena
di fedeli, che l’intero mondo infido (Lo scoppio, 25).
- Le religioni storiche mondiali
portano nel sangue un presentimento delle insidie della massa. [...]
Ciò che esse desiderano è, al contrario, un gregge duttile.
È consueto considerare i fedeli come pecore e lodarli per la loro
ubbidienza. (Domesticazione delle masse nelle religioni mondiali,
29).
- Masse statiche di tipo molto più
passivo si formano nei teatri. [...] Dalla sola forza
dell’applauso possiamo dedurre quanto una massa si sia costituita;
l’applauso è la sola misura di ciò, ed è valutato così dagli
stessi attori. [...] Stare comunitariamente dinanzi a Dio è
un esercizio diffuso in alcune religioni. (Staticità, 45).
- La loro meta è la terra
promessa, ed essi sono una massa fin tanto che sperano in quella
meta. [...] Il pellegrinaggio annuale alla Mecca è forse
l’esempio più impressionante di questa forma di massa lenta.
[...] La Mecca è il mare in cui sboccano (47).
- Si ha una terza forma di massa
lenta in tutti i fenomeni che si riferiscono ad una meta invisibile
e irraggiungibile in questa vita. L’aldilà in cui i beati
attendono tutti coloro che vi si saranno meritati un posto, è una
meta ben articolata e appartenente ai soli fedeli. [...] La speranza
dell’aldilà colora sempre la vita del fedele, così che si ha
ragione di parlare di una massa lenta, cui appartengono tutti
insieme i seguaci di una fede (Lentezza o lontananza della meta,
48).
- Le grandi religioni hanno
sviluppato una particolare maestria in queste misure ritardanti.
[...] La disgregazione della massa lenta del cristianesimo è
iniziata nell’istante in cui la fede in quell’aldilà cominciò
a decomporsi (50).
- Di tali concezioni di masse
invisibili [invisibilità dei morti] è pieno lo spirito dei fedeli.
Morti, demoni o santi, sono immaginati in grandi schiere
concentrate. Si direbbe che le religioni comincino con queste
masse invisibili. [...] Alle masse invisibili, che le religioni «elevate»
tengono in vita con le prediche, si ricollegano timori e desideri
degli uomini. Gli invisibili sono il sangue della fede (Le masse
invisibili, 54).
- Una massa invisibile, esistente
da sempre, ma riconosciuta come tale solo dall’avvento del
microscopio, è quella dello sperma. Duecento milioni di
spermatozoi partono insieme. Sono uguali fra loro e si trovano
insieme nella massima concentrazione. Hanno tutti una meta, e,
tranne uno, periscono tutti strada facendo (56).
- La massa aizzata è
antichissima; essa risale alla più remota unità dinamica
conosciuta fra gli uomini: la muta di caccia. [...] Nelle religioni
che precedono un inferno si aggiunge qualcosa d’altro; alla morte
collettiva per fuoco, che è un simbolo della massa, si ricollega
l’idea dell’espulsione: cioè l’espulsione nell’inferno, la
consegna ai nemici infernali (Masse aizzate, 60).
- Le rivoluzioni sono i periodi
essenziali del rovesciamento. [...] Ma il rovesciamento può essere
ancora più lento: può essere promesso per l’aldilà. «Gli
ultimi saranno i primi» [...] Al credente viene promessa la
liberazione dalle proprie spine [...] Al centro di questo tipo di
promessa sta il concetto di resurrezione. I Vangeli riferiscono casi
di resurrezione operati da Cristo in questo mondo (Masse di
rovesciamento, 71).
- La massa doppia. La prima e più
saliente contrapposizione è tra uomini e donne; la seconda, fra i
vivi e i morti; la terza, fra amici e nemici (76).
- La doppia massa: la guerra. Lo
scoppio di una guerra è innanzitutto lo scoppio di due masse.
[...] L’entusiasmo con cui gli uomini accolgono una dichiarazione
di tal fatta ha la sua radice nella vigliaccheria del singolo di
fronte alla morte. [...] Il peggio che possa capitare agli uomini in
guerra - e cioè morire insieme - risparmia loro la morte
individuale che essi temono più di tutto (87).
- Cristalli di massa. Piccoli e
rigidi gruppi di uomini, ben distinti gli uni dagli altri e
particolarmente durevoli, che contribuiscono alla formazione delle
masse. [...] il cristallo di massa è durevole [...] Soldati
e monaci sono la forma più importante di questo tipo (88).
- Simboli di massa. Sono le unità
collettive che non sono costituite da uomini e tuttavia vengono
sentite come masse. Tali unità sono il grano, la foresta, la
pioggia, il vento, la sabbia, il mare e il fuoco (90).
- LA MUTA. La muta è un gruppo
di uomini eccitati, il cui desiderio più intenso è essere di più
(Muta e mute, 111).
- La seconda forma di muta, che
ha molto in comune con la muta di caccia e per alcuni aspetti
coincide con essa, è la muta di guerra (114).
- La muta del lamento.
L’essenziale è l’eccitazione come tale: uno stato in cui tutti
insieme lamentino qualcosa (126).
- La muta di accrescimento.
L’uomo che ha per totem la zanzara vuole che la sua gente divenga
numerosa come le zanzare (133).
- La comunione. Una pratica di
accrescimento di tipo particolare è il pasto collettivo.
[...] Il rito dell’incorporarsi collettivo è la comunione.
[...] Nelle religioni superiori la comunione acquista un nuovo
significato: l’accrescimento dei fedeli, la fede acquista
sempre più terreno e sempre più seguaci. [...] Tale effetto di
resurrezione diviene lo scopo essenziale delle comunioni superiori;
ma, al posto dell’animale, viene divorato il corpo di un dio, e la
sua resurrezione implica quella dei fedeli (137).
- La muta di caccia diventa una muta
del lamento Questa trasformazione costituisce il nucleo di
numerose religioni importanti e ampiamente diffuse (Mute nelle
leggende ancestrali degli Aranda, 144).
MUTA E RELIGIONE
- Capovolgimento delle mute. È
un processo evidente, che si ritrova ovunque, nelle più diverse
sfere dell’attività umana. [...] Sono il vero e proprio
contenuto, il nucleo, di tutte le fedi più importanti. L’ascesa
delle religioni mondiali può essere spiegata dalla dinamica delle
mute (154).
- Mute di preghiera. I musulmani
devoti si riuniscono più volte al giorno per la preghiera [...] Si
formano allora piccoli gruppi ritmici che possiamo definire mute di
preghiera (L’Islam come religione della guerra, 170).
- Il volto della terra è segnato
dalle religioni del lamento. Nel cristianesimo esse hanno raggiunto
un tipo di validità generale. [...] La leggenda sulla quel esse si
formano narra di un uomo o di un Dio morto ingiustamente (Religioni
del lamento, 173).
- Le religioni del lamento sono
dunque indispensabili per l’equilibrio delle anime, fin tanto che
gli uomini non rinuncino all’uccidere in muta. [...] La più
importante di tutte le religioni del lamento è il cristianesimo
(176).
- La festa del Muharram degli
Sciiti. È considerata la suprema pratica religiosa, di gran lunga
superiore a ogni altra buona azione. In questo caso è perfettamente
corretto parlare di religione del lamento (185).
- La diffidenza verso la massa
non ha più abbandonato il cattolicesimo [...] tutto ciò ha indotto
ben presto la Chiesa a riconoscere nella massa aperta il suo
peggiore nemico e ad opporvisi in ogni modo [...] Il fedele non può
capire ciò che non gli viene spiegato. La parola sacra gli
è somministrata in caute dosi: la chiesa difende dai fedeli
quella parola così come difende il sacro (Cattolicesimo e massa,
187).
MASSA E STORIA
- Le nazioni devono dunque essere
considerate qui come se fossero religioni (Simboli di massa delle
nazioni, 202).
- Si può dire che nella nostra
civiltà moderna non accada nulla di portata paragonabile a quella
dell’inflazione, tranne le guerre e le rivoluzioni. [...] Dal
tesori è oggi scaturito il milione; [...] poiché anche il
denaro è vincolato al «milione», oggi massa e denaro sono più
prossimi che mai. [...] La massa sui sente svalutata poiché
il milione è svalutato (Inflazione e massa, 220).
GLI ORGANI DEL POTERE
- Anche prescindendo dal potente
che sa concentrare tanto nelle sue mani, il rapporto di ogni uomo
con i suoi escrementi rientra nella sfera del potere. [...] Ci si
libera dei propri in locali particolari, che servono solo a ciò;
l’istante più privato è quello della deiezione; l’uomo è
veramente solo soltanto con i suoi escrementi (Afferrare e
incorporare, 253).
- Tutto ciò che viene mangiato
è oggetto di potere (Sulla psicologia del mangiare, 263).
IL SOPRAVVISSUTO
- L’istante del sopravvivere
è l’istante della potenza. [...] ogni desiderio umani di
immortalità reca in sé la brama di sopravvivere. [...] La forma più
bassa del sopravvivere consiste nell’uccidere. [...]
Chiunque sia stato in guerra conosce questa sensazione di superiorità
sui morti (274).
- Il primo e decisivo
contrassegno del potente è il suo diritto di vita e di morte. I
potenti della terra sono però svantaggiati al confronto di Dio.
[...] Come ogni altra cosa, il potere porta in sé la propria fine (Il
potente come sopravvissuto, 280).
- L’esistenza di molte
popolazioni è interamente colmata da riti che si riferiscono ai
morti. [...] L’invidia dei morti è ciò che i vivi temono di più.
[...] Ogni morto è dunque colui cui altri sopravvivono (Il
risentimento dei morti, 317).
ELEMENTI DI POTERE
- La distinzione fra potere e
forza è anche evidente in una sfera del tutto diversa: quella della
devozione religiosa, nelle sue molteplici sfumature. Ogni fedele sta
costantemente in balìa della forza del dio e ne è a suo modo
soddisfatto. [...] Le religioni di questo tipo accentuano il
concetto di predestinazione divina [...] l’Islam e il Calvinismo
sono specialmente noti per questa tendenza. I loro fedeli anelano
alla forza divina (Forza e potere, 340).
- La cosa più veloce fu però
sempre una sola: il fulmine. Il timore superstizioso del
fulmine, dal quale non c’è difesa, è ampiamente diffuso (Potere
e velocità, 342).
- Buona parte dell’autorità di
cui godono le dittature deriva dal fatto che si accorda loro la
forza concentrata del segreto, ripartita su molti e rarefatta nelle
democrazie. Si osserva con scherno che le democrazie sono parolaie
(Il segreto, 357).
- Se le gazzelle avessero una
fede e se il leone fosse il loro dio, potrebbero spontaneamente
concedergli una di loro per placare la sua avidità. È proprio
quello che accade fra gli uomini: dalla loro angoscia di massa trae
origine il sacrificio religioso, che per un certo periodo di tempo
frena il corso e la fame del potere pericoloso (Il comando a
molti, 374).
LA METAMORFOSI
- Le metamorfosi che legano gli
uomini agli animali che essi mangiano sono forti come catene (Accrescimento
e consumo di sé, 432).
- Totem. Ci si può avvicinare
all’essenza della figura se si pensa alle figure divine
delle religioni antichissime (La figura e la maschera, 452).
- Un fenomeno sociale e religioso
di grandissimo peso è la metamorfosi vietata. È grande il
salto da questa religione alla religione cristiana, nella quale la
figura del diavolo è altrettanto vietata a tutti (Divieti
di metamorfosi, 460).
- Aspetti del potere. L’ordine
del tempo regola tutte le attività collettive degli uomini. [...]
La maggior influenza sul calcolo del tempo è stata esercitata da
Cristo, il quale in ciò ha superato Dio stesso, la cui creazione
del mondo costituisce per gli ebrei il punto di partenza per contare
gli anni (482).
EPILOGO
- È evidente da quale delle
quattro mute sia contrassegnato il nostro tempo. Il potere delle
grandi religioni del lamento sta giungendo alla fine.
L’accrescimento le ha ricoperte e gradualmente soffocate.[...] Se
c’è una fede di cui divengano preda l’uno dopo l’altro i
popoli più vitali della terra, quella è la fede nella produzione,
il moderno furore dell’accrescimento (566).
- Più si produce, più devono
essere i compratori. [...] Da questo punto di vista, la vendita
assomiglia alle religioni universali, che mirano a raggiungere ogni
anima. [...] Capitalismo e socialismo in ciò non si distinguono:
sono forme gemelle, in lotta l’una contro l’altra, di una
medesima fede. La pupilla dei loro occhi è per ambedue la
produzione.
- L’immagine di quell’Uno di
cui da duemila anni i cristiani lamentano la morte è penetrata
nella coscienza di tutti gli uomini desti. È un moribondo e non
deve morire. Con la secolarizzazione della terra, l’importanza
della sua divinità è scemata. [...] All’immagine del sofferente
Cristo presta la muta del lamento (568).
- La struttura primordiale del
potere, il suo cuore e il suo nucleo, si è spinta all’assurdo e
giace in frantumi. Il potere è più grande ma anche più fuggevole
che mai. Tutti sopravviveranno o nessuno.
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